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Architettura dell'informazione e UX: la voce di chi ha partecipato al Master dello Iulm

Tempo di lettura 4 minuti

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Con Federico Badaloni abbiamo visto le ragioni che stanno alla base del Master in Architettura dell’informazione e UX Design dello Iulm di Milano e abbiamo ascoltato il punto di vista di chi di quel Master è stato promotore e artefice. Ma cosa ne pensano i partecipanti?

Abbiamo chiesto a Francesca Caprioli, una delle iscritte all’edizione 2014/2015, di raccontarci la sua esperienza. Francesca, per inciso, è risultata la migliore del suo corso e ha vinto la borsa di studio messa in palio da Boraso.

D. Per quale ragione hai scelto questo tipo di master: qual è stata la molla che ti ha indotto a iscriverti?

Ho deciso di fare un master per dare una nuova chance alla mia vita lavorativa: laureata in Scienze della comunicazione, ho lavorato prima come addetto stampa in un’agenzia, poi ho lavorato 3 anni come redattrice e comunicatore presso l’Associazione Nazionale Comuni Italiani, dove mi occupavo di due rubriche sulla rivista cartacea, ma anche dei loro social e della comunicazione integrata di vari progetti, specializzandomi soprattutto su tematiche quali innovazione e smart cities. Finita l’esperienza all’Anci (a causa della “famigerata” legge Fornero), sono entrata in graduatoria come Funzionario dei processi comunicativi del Comune di Roma, ma le assunzioni erano bloccate… Allora mi sono chiesta: e ora? Da quando mi ero laureata, il mondo della comunicazione era cambiato, così come era cambiata la domanda proveniente dal mondo lavorativo: leggevo gli annunci e non capivo. Si cercavano “Seo”, “content strategy”, “UX designer”… Ho capito che io non mi volevo “riciclare”, ma volevo rinnovarmi, specializzarmi.

All’inizio ero orientata verso corsi di aggiornamento nell’ambito giornalistico, poi mi sono accorta che i programmi erano obsoleti: quelle cose io le avevo già studiate all’università, e non mi sarebbero servite a nulla. Questa la molla.

L’occasione invece si è presentata per caso: un amico mi ha parlato dell’Architettura dell’informazione. Non sapevo che cosa fosse! ho guardato su internet e ho visto che a novembre 2014 ci sarebbe stato un Summit a Bologna su questi temi e ci sono andata, da sola e curiosa.

D. Quali erano le tue attese? Sono state soddisfatte?

Quando al Summit hanno presentato il Master, mi hanno preceduta di pochissimo, perché stavo proprio per chiedere: “Ma come posso fare questo lavoro?” Mi si è aperto un mondo, ho sentito parlare di discipline nuove, innovative per l’Italia, sfidanti per le mie conoscenze e per la professionalità senza essere troppo lontano in realtà da quello che avevo studiato all’università, e di quello che avevo applicato giornalmente empiricamente all’Anci… senza sapere quello che facevo! Benché dovessi salire a Milano tutte le settimane (sono di Roma) ho deciso di lanciarmi.

Le attese quindi erano aprirmi un varco di specializzazione nel mare magnum del campo della comunicazione, dove se non ti specializzi tendi a essere uno dei tanti: né carne né pesce!

Le mie aspettative sono state soddisfatte al 100%.

Certo, in alcuni momenti ho percepito la difficoltà di alcune materie, ma questo era l’aspetto sfidante del rinnovamento che cercavo, perché apprendere vuol dire anche superare limiti e studiare cose che non hai mai studiato. Infine, non da ultimo, i molti laboratori mi hanno permesso anche di vedere in pratica come si facevano le cose, perché solo la teoria non basta.

D. Quali sono gli apprendimenti che ritieni più importanti per il tuo percorso professionale?

Lo studio e la messa in pratica delle tecniche di ricerca sugli utenti, le tecniche Seo e soprattutto il progettare siti, piattaforme, applicazioni e in realtà anche mondi fisici, con un’ottica di user centred design, dandomi anche gli strumenti per farlo!

Infine, ho scoperto l’architettura dell’informazione funzionale, un metodo efficace, puntuale e molto innovativo.

D. So che attualmente stai lavorando: ci vuoi descrivere questa esperienza anche alla luce di ciò che hai imparato durante il Master?

Grazie al Master ho avuto la possibilità di fare quest’esperienza al Gruppo editoriale L’espresso, uno dei gruppi editoriali più importanti d’Italia.

Il primo giorno che sono arrivata mi hanno detto: “fai la mappa funzionale del dettaglio articolo di Repubblica.it”. Pensavo scherzassero.

Dopo 20 minuti che “appanicata” guardavo la pagina bianca, ho iniziato a mettere in pratica passo passo le nozioni apprese. A fine giornata avevo la mia mappa, presentata a una riunione. Non era poi così male. Non lo avrei creduto possibile.

Sono sicura che questo Master ci ha dato delle conoscenze così onnicomprensive, così complete e integrate di questa disciplina, che noi professionisti usciti da quel Master ne capiremo l’importanza quando, nei nuovi lavori, ci troveremo a fare cose che non abbiamo mai fatto in modo quasi naturale! Come la mia prima mappa funzionale, che vorrei attaccarmi in camera.

D. Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Voglio continuare a studiare i “testi sacri” dello UX design e dell’architettura dell’informazione, e voglio fare questo mestiere. Non sono pentita di aver “lasciato” il mondo del giornalismo, anzi: vorrei integrare la mia conoscenza del mondo delle smart cities e dei “contenuti” all’architettura dell’informazione. Mi piacerebbe anche mettermi alla prova con la ricerca sul campo dei bisogni degli utenti e lavorare in un gruppo o in un’azienda che mi permetta ogni volta di imparare e di crescere in questo settore così stimolante.

D. C’è qualcosa che vuoi aggiungere?

Mi piacerebbe che il sistema Italia delle PMI e dei grandi gruppi svecchiasse il modo di fare progettazione e prendesse sul serio queste discipline, che negli Stati Uniti e nel Nord Europa esistono già da 20 anni… Il mondo della comunicazione e della progettazione (tutto, dalla PA ai grandi gruppi e in tutti i campi di applicazione) è davvero troppo indietro.

In bocca al lupo, dunque, Francesca. Ti auguriamo che i tuoi sogni e i tuoi progetti si realizzino presto.

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