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Aziende e Social Media, come e perché. Il caso Google+.

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Christian Oestlien di Google+A pochi giorni dal terzo e positivo debutto di Google nel mondo dei Social Network, dopo i flop di Wave e Buzz, il Product Manager di Google+, Christian Oestlien ha comunicato in un video che il Team di Sviluppo sta lavorando alla realizzazione di pagine aziendali Google+, chiedendo di non creare per il momento profili diversi da quelli strettamente personali.

Secondo Oestlien questa nuova funzionalità rappresenterà un’esperienza unica per le aziende e offrirà la possibilità di analizzare in modo accurato il traffico e di collegare prodotti come AdWords.  “Il modo in cui gli utenti comunicano tra loro è diverso da quello in cui comunicano con i brand” ha dichiarato, aggiungendo poi sul Social Network: “Ringrazio le migliaia di aziende, brand  e organizzazioni che hanno espresso un forte desiderio di essere parte di Google+, nelle ultime 24 ore, anche solo come parti di un esperimento a breve termine. Il vostro entusiasmo è sferzante. Restate connessi per ulteriori aggiornamenti nelle prossime settimane”.

In sostanza Google sta chiedendo alle aziende di pazientare: “l’esperienza per le aziende che stiamo creando dovrebbe essere molto migliore rispetto a quella dei profili personali in termini di utilità per il business. Vi chiediamo soltanto di attendere qualche giorno. Nel frattempo stiamo scoraggiando le aziende dall’aprire profili e il nostro team lavorerà attivamente per chiudere i profili non legati ad utenti”.

Molti importanti brand hanno già aperto un profilo su Google+, compresi FordBreaking News e Mashable, che è uno degli “utenti” più popolari sul social di Mountain View. Nel frattempo Google ha predisposto un semplice modulo per richiedere di partecipare ad un “piccolo esperimento” con alcune aziende per testare gli account “brand-oriented”, ma non è chiaro quando Google sospenderà i profili creati in modo non corretto e come funzionerà questo test.

Un’ottima occasione, questa, per riprendere il filo di un discorso che facciamo spesso con i nostri clienti e partner. Perché un’azienda o un brand dovrebbe essere presente sui Social media e come? Rovesciamo il punto di vista e andiamo a vedere cosa è successo su Facebook, Twitter e molti altri social, prima del caso Google+, che incredibilmente non ha preso in considerazione questo fattore al momento del suo debutto.

Il dato è chiaro: le aziende vogliono (e debbono) essere dove sono i loro clienti. In strada, in tv, nei telefoni, sui giornali, sul web in generale e, ovviamente, sui Social Media. In che modo? Facebook e Twitter, per citarne due, non hanno offerto sin dall’inizio grandi possibilità alle aziende, se non in termini squisitamente pubblicitari. Il caso Facebook rappresenta poi un esempio lampante di come la filosofia “forever beta” non si adatti alle esigenze di chi utilizza questi mezzi per fare business. Troppo spesso senza avere le competenze necessarie, aggiungo.

In principio furono le fan page, ma queste hanno subìto talmente tante modifiche e continui aggiornamenti (spesso caotici, impercettibili e di difficile apprendimento) che, a tutt’oggi, sono moltissime le aziende, i brand e le organizzazioni che continuano a “sfoggiare” un normale profilo utente, anziché una pagina aziendale con annesso account business (altrimenti detto ghost account). Facebook dal canto suo continua a minacciare disattivazioni o a proporre migrazioni da profilo utente a pagina, quasi mai soddisfacenti in termini di conservazione dati e contatti.

Chi sbaglia e chi fa bene, dunque? Per conto nostro ci teniamo a mettere tutti i nostri clienti “in regola”, a creare gli account giusti e ad offrire gli strumenti più indicati per fare business sui social. Ma non è cosa semplice; per avere successo serve ancora qualcuno al di fuori dell’azienda, con competenze specifiche e un investimento notevole in termini di lavoro, di tempo e di sperimentazione. Buon per noi che sia così, direte, ma siamo certi che presto questi colossi sapranno offrire strumenti migliori e più semplici da utilizzare per tutti. Ecco un altro ottimo motivo per esserci sin d’ora e nel modo migliore: in questo campo si può ancora arrivare prima (e meglio) di molti altri.

La speranza è che Google mantenga la promessa fatta alle aziende: “un’esperienza unica” e finalmente in linea con le necessità di comunicazione e interazione che i social sanno oggi offrire, con ampi margini di miglioramento e, soprattutto, con la massima integrazione con strumenti di produttività che già da oggi molte di loro utilizzano, sebbene spesso isolati tra loro e incapaci di interagire e di collegarsi. La nostra impressione? Nessuno dei social che oggi vanno per la maggiore morirà per colpa di Google, ma questo colosso ha le carte in regola per offrire un servizio completo, efficace, perfettamente integrato con tutti gli strumenti propri e dei propri clienti.

Fonte: http://mashable.com

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