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Pagine gialle: un boccone per google?

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Quando si parla di finanza legata al web le orecchie si drizzano presto, non siamo di fronte a futuristi o futurologi intenti a provare a descrivere una non meglio specificata scienza inesatta per definizione (cosa che spesso facciamo anche noi), la finanza è scienza più rigorosa (anche se chi ha un conto titoli da bene è propriamente esatta..) e i giudizi che emette pesano come macigni. Il titolo Seat Pagine Gialle in borsa non va bene, peggio dell’indice generale e peggio anche della media di settore (attualmente in flessione). In questa sede non è tanto la solidità finanziaria o il debito di private equity a interessarci, è forse più sensato concentrarci su un dato di una fonte autorevole: il tasso di utilizzo degli elenchi cartacei diminuirà del 10% l’anno (Exane-BnpParibas). Seat Pagine Gialle è in ritardo, la proiezione citata porta al 40% la quota di ricavi da mercato on line per il 2017 (contro il 20% attuale), 2017 che dovrebbe invece vedere i concorrenti affermati player del mercato on line (pages jaunes e yell) con quote vicine al 70% di proventi on line. Le grandi aziende come Seat scontano inoltre un grosso problema a livello di competitività : il prodotto evolve verso una nuova offerta dinamica di servizi che sembra ad oggi tutta a favore dei player del mercato della ricerca on line, presentandosi invece avversa a Pagine Gialle e similari. L’interessante articolo del corriere economia che rappresenta la nostra fonte aggiunge che un indebitamento pesante non permette ad aziende come Seat quel “boost” che google può invece gestire senza problemi..

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