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Twitter e la Svezia: democrazia e marketing territoriale

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Curators of Sweden on TwitterE’ di questi giorni la notizia che la Svezia ha lanciato un interessante progetto di “marketing territoriale partecipato” (potremmo forse definirlo citizen marketing?), che trova realizzazione attraverso l’account Twitter @Sweden. Ne ho parlato stamani su Radio UNO, con l’ottima Sara Piselli, giornalista molto attenta ai nuovi fenomeni della comunicazione e del social web. Una cosa come questa in Italia sembra lontana anni luce e desta non poche perplessità, prima tra tutte quella che si possa generare confusione, invece che raggiungere l’obiettivo.

Ma andiamo con ordine. Il progetto si chiama Curators of Sweden e lastampa.it ne parla in questi termini: <<L’operazione parte da un assunto tanto semplice quanto coraggioso. “Noi pensiamo che nessuno più dei cittadini sia il proprietario del marchio Svezia”, spiega Thomas Bruhl di VisitSweden, l’agenzia di turismo controllata al 50% dal Ministero per le Imprese, l’Energia e la Comunicazione, che dal 2009 gestisce quello che è senza dubbio l’account svedese su Twitter.>>

Curators of Sweden funziona in modo semplice e coraggioso: ogni settimana il profilo Twitter della Svezia è curato da una persona diversa, un cittadino svedese senza discriminazione di genere, età, professione, origine e orientamento sessuale. La prima settimana, ad esempio, è stato il turno dello scrittore ed esperto di marketing Jack Wermer. Questa settimana è la volta di  Hasam Ramic, di origine bosniaca, padre apicoltore per hobby, non avendo trovato lavoro in Svezia in questo ramo; normalmente Hasam twitta come @yallknowitshaso, ma questa settimana ha il compito speciale di rappresentare la Svezia nel mondo, su Twitter.

Ci ho scambiato qualche twit, oggi, chiedendogli come vede questo esperimento e come lo sta vivendo. Ovviamente si dice “entusiasta, ma anche piuttosto agitato“, la responsabilità non è effettivamente cosa da poco. Cerco di capire meglio come sta vivendo questa settimana e mi dice chiaramente che questo progetto “dimostra come la Svezia non sia soltanto una fucina di grandi menti da marketing...”, anche se in realtà sono convinto che invece ne sia una clamorosa conferma; aggiunge “…ma anche un faro della libertà di parola”, considerazione che ovviamente condivido al 100%. Dopo di lui toccherà a un prete, poi ad un insegnante, seguito da una camionista lesbica, rappresentando al meglio i colori, le cuture e i trend di un paese moderno e tecnologicamente avanzato come la Svezia.

Ma cosa twitteranno, questi curatori? La cosa che fa più impressione è che loro saranno abbastanza liberi di esprimersi, senza censure e senza “suggerimenti dall’alto”, con il solo compito di rappresentare il paese per quello che è, senza cadere nei soliti modelli preconfezionati e senza indugiare troppo su cartoline e immagini stereotipate. Il sito Curators of Sweden, del resto, è un semplice aggregatore dei tweet che vengono scambiati tra l’account @Sweden e gli utenti Twitter, in cui ognuno si prende la responsabilità di quello che scrive, rappresentando così una realtà vera e senza maschere. Nulla di più, ma quanto coraggio!

Si tratta senza dubbio di una fantastica iniziativa, che oltretutto, come già accennavo in precedenza, si dimostra una macchina da marketing eccezionale. La notizia di questo progetto ha fatto il giro del mondo, dimostrando ancora una volta come il web sia aperto alle novità e agli esperimenti interessanti e coraggiosi. Twitter è sicuramente il padre di tutte le news, ma è goggle la conferma più importante di come e quanto questa idea abbia fatto parlare di se; digitando “curators of sweden” il motore di ricerca di Mountain View restituisce circa 2.650.000 risultati, che non sono cosa da poco per un’iniziativa così giovane. Un grande risultato che conferma senza alcun dubbio come gli svedesi siano “grandi menti da marketing”, oltre che grandissimi cultori della democrazia, della partecipazione e della libertà di espressione.

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