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Talvolta bisogna lasciare per accogliere il nuovo

Tempo di lettura 6 minuti

Senti che la tua giornata lavorativa è sovraccarica e sta sfuggendo al tuo controllo? Ti sembra che il gioco non valga la candela? Non ti piace ciò che stai facendo? Cominci ad avvertire piccoli disturbi a livello fisico? Forse non ti piacerà sentirtelo dire: è ora di mollare.

Mollare non significa per forza aver fallito. Anzi, lasciare può essere l’occasione per scoprire nuove opportunità e riprendere il controllo della tua vita. Può essere giunto il momento di compiere i passi necessari per tirarti fuori da situazioni che non stanno dando valore alla tua vita.

Questo è il messaggio fondamentale che ci viene da un post di Jason Zook, personaggio interessante perché capace di pensare fuori dagli schemi e di utilizzare con profitto la sua creatività e originalità, creando business di grande valore economico (come ad esempio IWearYourShirt). Jason ha raccontato in un post la sua esperienza, dalla quale si possono trarre molti spunti.

Un esempio

Recentemente Zook ha rinunciato a una lista di 25.000 iscritti e-mail. Aveva impiegato 5 anni e speso migliaia di dollari per costruirla e alimentarla, ma la lista non gli serviva più. Rinunciare ad anni di duro lavoro è stata per lui una decisione ardua? Sicuro: era pieno di dubbi, di interrogativi e di ansie, ma poi si è chiesto: “Questa cosa mi sta portando valore?” (la domanda è fondamentale ed è una di quelle che insegna a porsi Joshua Fields Millburn nel blog The Minimalists).  Jason si è fermato a riflettere su quella lista e la risposta gli è diventata chiara: quella lista era stata inizialmente creata mediante campagne di marketing a pagamento, ma lui di recente aveva spostato il focus del suo business. La lista non era più allineata con i suoi valori e le persone che conteneva non erano quelle con cui voleva ora essere in contatto.

Sgombrare il campo dall’equivalenza lasciare = fallire ti mostra quanto di più puoi ottenere quando liberi tempo nella tua vita. Lasciando quella lista di e-mail riuscii a liberare una tonnellata di spazio mentale (e un po’ di denaro) per elaborare altre idee, altri progetti, ecc. All’improvviso avevo rinnovato il focus su tutti gli altri miei progetti.

Fare spazio temporaneamente con una rinuncia a breve termine

Quando si tratta di liberare il tuo tempo, non è detto che devi lasciare qualcosa del tutto e per sempre. Rinunciare per un po’ (o prendere una pausa) è un modo potente per creare spazio mentale e concederti un intervallo – qualcosa che può aiutare a capire se si vuoi lasciare del tutto o continuare.

Un frammento di vita vissuta lo racconta Jason Zook:

Un paio di mesi fa mi sentivo davvero frustrato con i social media. Non stavo vedendo le interazioni che vedevo negli anni precedenti e provavo rabbia quando leggevo tweet e post da parte della gente su argomenti che non avevo voglia di leggere. Mi resi conto che era ora di fare una pausa (a breve termine). Per 30 giorni abbandonai i social media. Cancellai le app dal telefono (Twitter, Facebook, YouTube, etc) e rimossi tutti i segnalibri e la cronologia associati. Non avrei letto o postato nulla per un mese e alla fine avrei visto come mi sentivo. Avrei desiderato tornare ai social media? Avrei voluto abbandonarli per sempre? Solo quei 30 giorni me lo avrebbero fatto comprendere.

Durante quella pausa a Jason vennero tantissime nuove idee di business, una delle quali gli fruttò un profitto di 40.000 dollari.

Durante quel vuoto provai ondate di emozioni. Mi sentivo triste perché non potevo interagire con persone con le quali amavo davvero comunicare tutti i giorni. Ero frustrato perché il mio iPhone iniziava a sembrarmi un pezzo di tecnologia inutile. Mi accorsi anche che avevo sviluppato dei gesti compulsivi (nello sbloccare il telefono, sentivo il pollice andare nello spazio dove un tempo si trovava la app di Facebook). Trascorrevo anche più tempo di quanto volessi ammettere a guardare la pagina completamente bianca del mio browser, chiedendomi per tutto il tempo dove sarei potuto andare su Internet.

Alla fine di quei 30 giorni Jason decise di non abbandonare del tutto. Tuttavia, non re-installò la app di Facebook sul telefono. Non aggiunse nemmeno Facebook e Twitter ai segnalibri del browser. E creò una nuova struttura per il suo uso dei social media, che comprendeva visitare i siti una volta la mattina e una volta il pomeriggio. Era valsa la pena lasciare i social media per poi farvi ritorno? Non solo nel corso di quell’interruzione gli erano sorte nuove idee di business, ma mentre nei mesi precedenti si era convinto che non gli sarebbe mai venuta una nuova idea e i suoi pensieri erano foschi e confusi, dopo la pausa provava un senso di rinnovata energia e e una nuova chiarezza.

Il potere della rinuncia a lungo termine

into the wild

Talvolta una piccola interruzione non basta, e bisogna chiedersi se non sia il caso di abbandonare del tutto. Jason ci riporta un altro esempio di vita vissuta. Nel 2010 la sua attività IWearYourShirt stava andando molto bene e così decise che voleva ricambiare in qualche modo, creando una sua “charity” focalizzata su qualcosa di cui lui era appassionato: le t-shirt.

Dopo un pletora di sessioni giornaliere di braistorming con amici e fan di IWearYourShirt, decise di provare a raggiungere qualcosa di grande, e raggiungere la cifra di 1 milione di magliette donate alle persone che vivono nelle aree più povere del mondo. Man mano che l’idea prendeva forma, il sostegno cresceva a vista d’occhio. C’era una società disposta a fare tutta l’attività di branding e di web, c’era un’organizzazione non-profit che voleva aiutare nella gestione di tutta la logistica. Ogni cosa stava andando al suo posto. Poi però vi fu il contraccolpo.  La società, chiamata 1MillionShirts, si inserì a fondo negli ambienti e tra i blogger di non-profit e di beneficenza…e fece a brandelli l’idea originaria.

Ero shoccato e mi trovavo a urlare dietro a quelle persone, difendendo a spada tratta la mia idea. Sentivo che le mie idee erano giuste e che c’era gente in tutto il mondo che non aveva di che vestirsi (nello specifico non aveva t-shirt). Era la mia occasione di lasciare un piccolo segno con qualcosa su cui avevo influenza. Ma poi alcuni attivisti del non-profit spiegarono la situazione nei termini della realtà di quei paesi e di quelle aree in cui non ero mai stato ma che avrei voluto inondare di vagonate di magliette gratuite. Riversare sulle persone grandi carichi di abbigliamento gratuito avrebbe mandato in crisi le micro-economie esistenti e continuato ad alimentare la mentalità assistenzialista che rinforza il comportamento di aspettare che le cose buone arrivino invece di impegnarsi per farle arrivare. In breve: avrei fatto più male che bene.

A Jason, così, divenne chiaro che doveva abbandonare 1MillionShirts. Doveva chiuderlo. Pensò anche a come far svoltare il progetto in una direzione che potesse fornire il giusto valore alle persone in stato di necessità, e trascorse anche molto tempo su Skype con organizzatori no-profit di tutto il mondo per trovare la risposta giusta. Ma lo stress, l’angoscia, le intenzioni buone ma disallineate erano un carico troppo pesante.

Così, chiusi 1MillionShirts un mese e mezzo dopo averlo annunciato al mondo. Dopo che migliaia di persone erano state contattate per fornire sostegno.  Dopo che io (e molti altri con me) vi avevo dedicato innumerevoli ore. Ero estremamente desideroso di fare del bene al mondo, ma lo stavo facendo nella maniera sbagliata e senza una conoscenza sufficiente dello spazio nel quale stavo cercando di entrare. Ancora peggio, stavo spendendo sempre più del mio tempo in qualcosa che alla fine non avrebbe portato valore.

Lasciare è essenziale per partire

Mettere da parte l’equivalenza lasciare = fallire permette di vedere quante cose si possono raggiungere quando nella propria vita si libera del tempo. Abbandonare qualcosa fa riacquistare controllo.

Se un progetto o una relazione non ti sta dando valore e non sta funzionando come vorresti, lascialo. Smetti di fare quella cosa da subito. Fai un lungo respiro, fai un passo indietro e rifletti sul tempo che hai speso a fare ciò che stavi facendo, in modo da applicarlo alla tua prossima grande idea.

Non si tratta di abbandonare grandi cose.

Se stai cercando di sentirti più in salute, inizia a fare yoga. Se lo odi, abbandonalo e prova qualcos’altro.

Se stai cercando di diventare uno scrittore migliore, mettiti alla prova con un differente stile di scrittura per una settimana. Se non ti piace il nuovo stile, non insistere e tentane un altro.

Soprattutto, non si deve pensare al lasciare come a una fine: è un passo in un processo. Un passo che dovrebbe sempre consentire di avanzare, mai di andare indietro. Troppo spesso “abbandono” viene confuso con “fallimento”, ma dobbiamo comprendere che sono due situazioni completamente diverse. Il fallimento è qualcosa che non si riesce a controllare, mentre l’abbandono significa che si sta assumendo il controllo della situazione.

Il messaggio finale di Zook:

Pensa a tutte le persone di successo che ti vengono in mente. Dubito che tu possa indicare qualcosa che loro hanno abbandonato. La gente non ricorda le cose che si lasciano andare. Alla gente importano tutte le cose meravigliose che sono accadute perché sei stato forte abbastanza da abbandonare e andare oltre.

By Federica Trevisanello

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