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Web e terza età: aumentano gli anziani in rete

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Il web è sempre più proiezione della società reale sulla rete, altro che realtà o piazza virtuale.  Chi parla di fenomeno alienante o di eventuali rischi di progressiva perdita di contatto con la realtà, non tiene presente che la rete è fatta di individui in carne e ossa, più che di macchine e che la nuova tendenza social ormai sposata anche dai motori di ricerca, robot per eccellenza, sta esaltando sempre più l’importanza e il ruolo degli esseri umani, mettendoli al centro del processo di creazione, ricerca e fruizione dei contenuti.

In quanto tale, ovvero in quanto proiezione della realtà, anche la rete sta invecchiando, come avviene nel mondo reale in quasi tutte le civiltà occidentali. Lo mette chiaramente in evidenza una recente analisi di Nielsen, sottolineando che se nel 2000 gli over 55 online rappresentavano una piccola nicchia, nel corso del decennio si è registrata una progressiva crescita del numero di maturi e anziani online, che oggi costituiscono il 14% della popolazione online, ovvero 3.6 milioni di italiani (Fonte Audiweb powered by Nielsen, Giugno 2011). L’accelerazione più evidente si è verificata a partire dal 2007, anno in cui i “silver surfer” sono quasi raddoppiati.

Non si tratta di un fenomeno esclusivamente italiano; la digitalizzazione degli individui adulti coinvolge anche paesi limitrofi, come la Francia  (24% di over 55, +87% in 4 anni), Gran Bretagna e Germania, in cui rappresentano più del 20% del totale. Più indietro la Spagna, in cui gli over 55 rappresentano ancora poco più del 10% del totale,  ma con una crescita +61% dal 2007. In Italia naviga il 23% dei senior, poco più di 2 anziani su 10; si tratta di uomini, per il 66%, di alto profilo culturale ed economico (78% diplomati o laureati con reddito superiore ai 36 mila euro). Si tratta ancora di una nicchia, dunque, ma già rappresenta un buon target per le aziende.

Cosa fanno i senior sul web? Leggono contenuti di informazione e di finance, ma sono interessati anche all’offerta eGovernment, con i contenuti e i servizi dell’Agenzia delle Entrate e dell’INPS, ad esempio. Quanto agli aspetti social, sono poco più di 3 milioni gli anziani che visitano blog, forum e social network, tra i quali Twitter sembra rappresentare il canale più in target insieme a Linkedin, a testimonianza di un approccio al web meno ludico rispetto alle altre fasce di età. Di questa piccola “brigata villa arzilla” sul web 2.0 fa parte una donna ogni due uomini, a testimonianza forse che il pubblico femminile è ancora molto più incline ai rapporti personali e all’interattività nel mondo reale, piuttosto che in rete.

Secondo l’analisi di Nielsen, uno dei fattori che hanno maggiormente contribuito al fenomeno della digitalizzazione in età adulta, si deve alla diffusione degli smartphone, la cui diffusione tra gli over 55 è in linea con quella delle altre fasce d’età e si attesta al 39%.  In questa fascia sono 2,8 milioni gli utenti che accedono ad internet tramite mobile, il 24% del totale navigatori da questo device (Fonte: Nielsen, Mobile Media 2011). Secondo l’Osservatorio Multicanalità 2010 (www.multicanalita.it), sono circa 3.5 milioni gli italiani in questa fascia di età che attivano tutti i canali a disposizione – fisici o virtuali, istituzionali o sociali – per acquisire informazioni atte a compiere una scelta d’acquisto ponderata e consapevole, in crescita di oltre 1,5 milioni di individui rispetto alla prima edizione della ricerca datata 2007.

Dati interessanti, che dovrebbero spingere le aziende a sviluppare “grey tech” (definizione creata da Wired.it), ovvero prodotti tecnologici dedicati all’età matura e anziana. Negli USA queste tecnologie rappresentano un mercato in forte crescita, con prospettiva di un fatturato 2020 che dovrebbe superare i 20 miliardi di dollari. Secondo la società di consulenza Mary Furlong & Associate, i nati nel ventennio 1946 -1965 rappresentano il 28% della popolazione USA ma possiedono il 77% degli asset finanziari, altro dato (non lontano da quelli che si possono immaginare nel nostro paese) che  deve servire a spingere le aziende a investire in modo specifico nella direzione di prodotti e servizi per l’età avanzata.

Fonte: Nielsen Featured Insights, novembre 2011
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